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Dante colloca nell’aldilà gli uomini del suo tempo, esprimendo in tal modo un giudizio esplicito e talvolta molto duro sul loro comportamento sulla Terra. Ad imitazione del Divin Poeta, Miryam Boutaga (3BLSA) ha elaborato un racconto ambientato nell’epoca attuale, in cui un personaggio narratore raggiunge l’aldilà e vi trova uomini e donne contemporanei, illustri o ignoti. 

 

 

Il bosco, al chiaro di luna, si estendeva per chilometri terminando in un altopiano verdeggiante sul quale si poteva scorgere un'imponente apertura che segnava il passaggio per il mondo dei morti.
Accanto alla porta si stagliava la figura di un uomo piccolo, esile, con la schiena leggermente reclinata; il corpo pesava su un bastone sottile e gli abiti erano umili e semplici: un drappo bianco di cotone ricopriva le spalle e una fascia cingeva i fianchi.                                                                                                                                        

Mi avvicinai con passo spedito volgendo lo sguardo di tanto in tanto per ammirare il paesaggio che mi circondava, osservando la varietà di alberi e arbusti che costeggiavano la strada che conduceva alla porta.            

Rivolsi la parola all'uomo che mi trovavo davanti con fare sbrigativo, quasi scocciato: "Dove mi trovo?" gli chiesi perplessa. Lui mi rispose con voce calma ma decisa: "Questa è la porta per l'inferno, sei qui per visitarlo e io ti accompagnerò, sono Mahatma Gandhi". COMMIATO DI GANDHI                                                                                                 

Detto ciò si voltò e si incamminò oltrepassando la porta degli inferi senza aspettare una mia risposta o considerazione; nonostante la mia titubanza gli corsi dietro con passi veloci e affrettati, non ero sicura di ciò che stavo facendo, ma non volevo rimanere indietro e sicuramente non volevo restare sola nel bel mezzo della notte.                                                                                                                                                                              

Mi accostai a lui in modo silenzioso e mi apprestai ad ascoltare ciò che aveva da dirmi riguardo il percorso che avremmo dovuto seguire.                                                                                                                                        

Gandhi si schiarì la voce ed iniziò a parlare: "Questo sarà per te un lungo viaggio, raggiungeremo il paradiso passando per gli inferi ed esplorando ogni meandro ed ogni cerchio. Vedremo dannati e beati e se sarai fortunata avrai la possibilità di rivolgerti a loro e conoscere la loro storia. Stiamo per raggiungere il primo cerchio nel quale si trovano le anime di ruffiani, adulatori ed ipocriti, costoro sono costretti a nuotare nel miele senza sosta e senza la possibilità di trovare un appiglio a cui attaccarsi."                                                  
Nel mentre, io ascoltavo con attenzione ed i miei occhi scattavano per cogliere ogni movimento ed individuare le anime dei dannati, tra di loro vidi le figure di molti giornalisti e di coloro che in vita cambiarono posizione per compiacere chi aveva il potere. Gandhi aggiunse che non ci saremmo fermati, il viaggio era lungo e dovevamo proseguire, io acconsentii e riprendemmo il cammino.  Raggiungemmo il secondo cerchio e ancora una volta Gandhi prese la parola con tono calmo e delicato informandomi della presenza delle anime di avari e prodighi e più avanti, nel terzo cerchio incontrammo irosi, superbi e aciddiosi condannati a camminare sui carboni ardenti.  Nel quarto cerchio ci trovammo di fronte agli spiriti dei consiglieri di frode, dei seminatori di scandali e dei manipolatori; Gandhi mi indicò Goebbels uno dei più importanti gerarchi nazisti, politico e giornalista tedesco; Lenin, politico russo, e ancora, Sarkozy, politico e avvocato francese, Bush, 43° presidente degli Stati Uniti d'America e infine Urbano II, colui che indisse la prima crociata. 

Mi vennero indicate altre figure, molte delle quali, mi spiegò Gandhi erano stati in vita capi religiosi che sfruttavano la paura delle masse manipolandole. Costoro vagano incessantemente verso una meta irraggiungibile poiché indirizzati da molteplici voci che cercano di ingannarli.                                                                                                                            

Il quinto cerchio era popolato dalle ombre dei bugiardi e da coloro che diffondevano falsità, mentre nel sesto trovammo i ladri.                                                                                                                                                    

Nel settimo potemmo osservare i simoniaci ovvero coloro che in vita vendettero cariche ecclesiastiche e nell'ottavo Gandhi mi mostrò i traditori: I Savoia, traditori della patria, Leonarda Cianciulli, assassina e traditrice degli ospiti e Guus Kouwenhoven uno dei più famosi venditori di armi nel mondo; costoro camminano tra le vie di una città, venendo colpiti alle spalle con un coltello da persone a loro care quando meno se lo aspettano.

Prima di proseguire, Gandhi si fermò e volse lo sguardo in mia direzione, attendendo che lo raggiungessi per parlare, quando gli fui accanto disse: "D'ora in poi il cammino sarà più faticoso e duro, incontreremo coloro che in vita furono violenti contro il prossimo e causarono grandi sofferenze, procurando la morte di molte persone. Se vorrai, potrai rivolgere loro la parola, ma attenta a ciò che dici e a ciò che chiedi, non fidarti di loro e di quello che uscirà dalle loro bocche. Se sei pronta possiamo proseguire, ma sappi che non sarà semplice". Le sue parole mi colpirono e turbarono, sembrava quasi pensieroso e preoccupato per ciò che ci aspettava, la curiosità vinse però sulla paura iniziale e gli risposi: "Sono pronta e desiderosa di proseguire, ti seguirò se mi farai strada", e ci incamminammo.

All'ingresso del nono cerchio si poteva percepire l'aria farsi più pesante e torbida, si respirava a fatica ed eravamo quasi costretti a boccheggiare per far arrivare ai polmoni una quantità impercettibile di ossigeno. Il paesaggio era desolato e arido, vuoto per centinaia di chilometri, l'unico movimento percepibile era quello dei granelli di sabbia che si spostavano a causa di folate di vento secco, pungente ed irrespirabile. La poca luce, proveniente da un sole rosso e morente, illuminava la terra bruna ed aspra ricoperta di voragini e crepe. Il silenzio era inverosimilmente assordante, riempiva i timpani e il cuore creando una sensazione di dolore e malinconia. Incontrammo per primi i mafiosi e riconobbi Matteo Messina Denaro, Giuseppe Greco e Totò Riina. Riuscii poi ad intravedere Al Capone, Pablo Escobar, Xie Caiping e John Gotti. Decidemmo di non fermarci, poiché il nostro obbiettivo era un altro, volevo raggiungere gli assassini, volevo poterne riconoscere qualcuno e porgli delle domande, ottenere delle risposte.

Fu poi la volta dei violenti sulle masse, potevo riconoscere il disprezzo di Gandhi dalla sua espressione mentre mi indicava e illustrava i nomi di coloro che si trovavano in quel cerchio: Osama bin Laden, terrorista saudita e fondamentalista islamico sunnita, Adolf Hitler, Stalin, capo del governo dell'Unione Sovietica, Pol Pot, dittatore cambogiano, Karl Brandt, medico tedesco ed accompagnatore di Hitler,  Augusto Ugarte, dittatore in Cile e Radovan Karadzic, politico e criminale di guerra serbo.  In un unico luogo era possibile osservare tutti gli uomini che avevano prodotto più morti al mondo e costoro erano obbligati a morire continuamente, soffrendo come coloro a cui avevano causato dolore e agonia. Giungemmo poi nel cerchio degli assassini e dei violenti sui bambini, Gandhi mi mostrò molti di loro e mi illustrò brevemente le loro storie e i crimini commessi: c'era Peter Gerard Scully, considerato il peggior pedofilo della storia, e poi Ted Bundy, John Wayne Gacy, Aileen Wuornos, il figlio di Sam e infine scorsi la figura slanciata di Richard Ramirez.  Tutti loro si trovavano immersi nel fiume di sangue bollente Flegetonte, più o meno in profondità a seconda della loro colpa. Con sconcerto notai la figura di Ramirez emergere dal letto del fiume e avvicinarsi cautamente, fischiettando una canzone degli AC/DC. A differenza di quanto mi aspettassi, l'espressione che assunse una volta raggiuntami, palesava la sua sensibilità e timidezza; quando iniziò a parlare, riconobbi in lui una notevole perspicacia e consapevolezza: "Come mai ti trovi qui?" disse con tono dubbioso: "non sei morta come gli altri, nei tuoi occhi posso vedere un senso di spaesamento; io sono Richard Ramirez, noto anche come il Night Stalker, è una vita che attendo di poter parlare con qualcuno". Le parole mi si bloccarono in gola e nonostante fossi spaventata come una lepre stanata da una volpe, riuscii a balbettare un: "Io sono viva, ma non ho idea del perché sia qui, mi piacerebbe conoscere la tua storia". Allora lui prese a parlare e mi raccontò della sua vita, la sua infanzia e le punizioni inferte dal padre, l'influenza del cugino Mike, veterano di guerra, la morte della moglie del cugino e gli svariati omicidi e crimini commessi prima dell'arresto. Le sue parole trasudavano rabbia e risentimento, ma non pentimento, e l'orgoglio raggiunse il culmine quando mi narrò di essere riuscito a evitare la pena di morte per gas letale, spegnendosi nel 2013 per insufficienza epatica. La nostra conversazione venne interrotta dal mio accompagnatore che si schiarì la voce e disse: "è ora di andare per noi, dobbiamo proseguire e raggiungere il paradiso ", mi voltai verso Ramirez per rivolgergli un saluto, ma la sua attenzione non era più rivolta a me, si muoveva verso il fiume come spinto da una forza superiore. 

SALITA DI GRADINI BIANCHIPer poter raggiungere il Paradiso, dovemmo salire una quantità innumerevole di gradini di pietra bianca lucente; raggiunta la sommità della scalinata, scorsi un colle rigoglioso.  Il giardino, illuminato dalla luce del sole, si estendeva sino all'orizzonte e molte persone passeggiavano sui prati verdeggianti; il mattino incorniciava le piante con il loro fogliame serico, brillante e riflettente. Dominavano i fiori bianchi o dai colori caldi, le piante aromatiche e la fragranza dei boccioli odorosi riempivano l'aria e i polmoni; i profumi, sottili e pronunciati, erano dolci ed inebrianti.  SCRITTRICISulle panchine, ad osservare le fontane con giochi d'acqua, intente a leggere o conversare, si trovavano molte giovani signore; tra loro riconoscemmo le scrittrici Jane Austen, Agatha Christie, Virginia Wolf, Emily Bronte, Toni Morrison, Louise Weiss, Simone de Beauvoir e Martin Luther King insieme a Shakespeare. Più avanti incontrammo Frida Khalo, la filosofa e studiosa Ipazia, Michelangelo, Mozart, Beethoven, l'attivista Rosa Parks, Louis Pasteur, chimico e microbiologo francese, Nelson Mandela, politico e attivista sudafricano, Bebe Vio, Rosalind Franklin, chimica britannica e numerose attiviste e femministe come Berta Càceres: ambientalista honduregna, Hevrin Khalaf: politica curda e Marielle Franco: attivista brasiliana. Osservai la scena con curiosità e attenzione, fino a quando Gandhi non mi si accostò dicendo: “Il nostro viaggio si conclude qui, hai avuto una possibilità unica, quella di conoscere, e ora che hai imparato devi andare, io resterò qui, luogo a cui appartengo.” CALORE E STORDIMENTONon feci nemmeno in tempo ad annuire e ringraziare che venni avvolta da una sensazione di calore e stordimento che mi produsse un senso di vertigine, e ciò che mi circondava svanì come era apparso.