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Alice Pirondi, classe 3DLSA, ci offre una spontanea riflessione sulla visione dello spettacolo teatrale dedicato alla figura di Don Pino Puglisi, cui i ragazzi hanno assistito lo scorso 11 ottobre

 

parrinuLo spettacolo su Don Pino Puglisi, realizzato da Christian di Domenico, è stato a dir poco sorprendente!  La prima cosa ad avermi stupito è stato sicuramente il fatto che lui fosse l’unico attore all’interno di una sceneggiatura che comprendeva  vari personaggi. Inizialmente avevo pensato che sarebbe stato un monologo o comunque una rappresentazione banale, ma già dopo pochi minuti mi sono ricreduta: nonostante fosse l’unico attore sul palcoscenico è stato in grado di raccontare una storia con molti personaggi senza creare confusione o comunque confonderci.

Inoltre l’attore è stato in grado di trasmettere emozioni molto forti, grazie anche alla sua personale esperienza, che durante tutto lo spettacolo hanno avvicinato e unito i cuori di noi spettatori, facendoci immergere completamente nel racconto. 

Ammetto di essermi commossa molto nei momenti in cui rappresentava delle scene svoltesi in oratorio, perché mi hanno riportato alla memoria ricordi che ho vissuto in prima persona da bambina e tutto questo mi ha addolcito il cuore, anche se con una certa vena nostalgica.

Le capacità dell’attore non sono state le uniche a colpirmi profondamente, lo ha fatto anche la storia in sé, ovvero l’esperienza di vita di Don Puglisi e la sua umanità.

 

Dallo spettacolo sono emerse la tenacia e la passione con cui il prete cercava di combattere la mafia: è stato affascinante scoprire quanto lui abbia fatto ma soprattutto come lo ha realizzato. Quello che mi ha stupito di più è stato sicuramente che non abbia mai esitato e proprio come un eroe non si sia mai sottratto ai suoi doveri, anche quando era evidente la pericolosità del gesto.

Lo spettacolo mi ha fatto riflettere molto su vari aspetti della vita. 

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Certamente non tutti nascono temerari come Don Pino, ma a volte anche solo abbandonare una cattiva abitudine, allontanarsi da persone che solo all’apparenza sono quello di cui abbiamo bisogno, oppure non restare indifferenti, può indebolire un sistema che cresce ogni giorno sempre più forte. Ho pensato che dovrei anch’io sfruttare il mio tempo libero per intraprendere o appoggiare iniziative che hanno il fine di avvicinare i ragazzi soli e abbandonati a se stessi all’oratorio o comunque a qualche struttura positiva, in modo che non trascorrano il loro pomeriggio, anche d’inverno, in un parchetto a fare uso di sostanze illecite o semplicemente a rubare qualche merendina in un negozio. Perché, per quanto sembri superficiale una soluzione del genere, in realtà essa può essere il mezzo per togliere potenziali seguaci ad organizzazioni a delinquere, che non per forza sono mafiose. 

Non è necessario essere eroi per opporsi al male.