Stampa

Il prof. Enrico Carioni ci regala uno dei frutti della sua riflessione sulla Storia Cremonese

 

cartina cr 1500“Cremona e Milano lottavano per l’egemonia nella regione lombarda [...] Cremona si fece ricca e potente coi suoi navigli che solcavano il Po sino a Venezia e di qui proseguivano direttamente per Bisanzio” scrive Ernst Kantorowicz (“Federico II imperatore”, Garzanti, Milano, 1988, traduzione di Gianni Pilone Colombo, pp. 129-130); paradigma odierno di questa antica grandezza è la possente e maestosa Cattedrale, partecipe anche di momenti contemporanei non meno importanti per la Città di S. Omobono, quali i tempi di Bonomelli, Cazzani e pure Mazzolari dei quali fu testimone illustre Paolo Rota (1886-1960) da Casalsigone, che proprio sessant’anni or sono (29 Marzo 1953) entrava a Fidenza (e di cui un eccellente profilo si legge in “Il Vescovo Paolo Rota” - S. A. L. E. S., Roma, 1964 – di Natale Mosconi a sua volta Arcivescovo di Ferrara). Ma una pagina medioevale memorabile fu scritta presso Castelleone ottocento anni fa: “Cum mense Maii exeunte Cremonenses versus Cremam profecti inter Serium et Serium Mortuum fluvios prope Castellum-Leonis se munirent [...] Mediolanenses [...] die festo pentecostes Iun. 2 primo quidem ex castris repulerunt [...] Cremonenses denuo impetum facientes eos fugaverunt et carocium Mediolanensium ceperunt [...] Quae victoria Cremonensibus summae gloriae, Mediolanensibus capto carocio per secula ignominiae fuit” (Sicardi episcopi Cremonensis cronica ed. O. Holder-Egger, pp. 56-57); gli “Annales Cremonenses” (ed. O. Holder-Egger, p. 13) precisano: “et tunc Cremonenses [...] multos millites et pedites ex ipsis ceperunt, quos cum carocio ipsorum Cremonam captos duxerunt”; il grande Lorenzo Astegiano (1851-1911) aggiunge che il 21 Marzo 1214 (“in canonica maioris ecclesiae de Cremona”) “Massarii Comunis Cremonae dant Archidiacono et Archipresbitero crucem custodiendam, quae fuit carozoli Mediolani, habita cum ipso carozolo ad exercitum Castri Leonis” (“Codice Diplomatico Cremonese 715-1334”, vol. I, Torino, Bocca, 1895, p. 224 n° 180) e commenta: “È però a notarsi che in mezzo a questi conflitti e torbidi il Comune cresceva ogni giorno in potenza, allargava la cerchia dei propri commerci, capitanava le città lombarde ostili ai Milanesi, sconfiggeva questi in grande battaglia a Castelleone (1213)” (“Codice Diplomatico ...” cit, vol. II, Torino, Bocca, 1898, “Ricerche sulla Storia Civile del Comune di Cremona fino al 1334”, p. 299); qui (nota 5) l’Astegiano afferma: “Il Campo scrive che ai suoi tempi conservavasi ancora sulle volte del Duomo il Carroccio tolto ai Milanesi”. Infine tre considerazioni conclusive: la particolarità della data in questione nella Storia di Cremona (2 Giugno, Festa dei Compatroni SS. Marcellino e Pietro), sottolineata più tardi anche dalla Consacrazione della Cattedrale (“Caesar Specianus [...] nobile Templum hoc [...] in Beatae Mariae Virginis Assumptae et Sancti Homoboni honorem dicatum ritu solemni consecravit Anno MDXCII Die II mensis Iunii”, iscrizione della Cattedrale di Cremona), il legame tra la battaglia combattuta otto secoli or sono e l’annuale Fiera di San Pietro (“Bollettino Storico Cremonese”, Nuova serie IV (1997), contributo di N. Arrigoni, p. 297, nota 26), e la grande Croce fabbricata nel Quattrocento anche con l’oro conquistato nel 1213.